mercoledì 11 giugno 2014

APPENA ASSUNTA LA RESPONSABILITA' NAZIONALE PER PSI SU SOLIDARIETA' E COOPERAZIONE INTERNAZIONALE, OPPEDISANO CORRE A COLLOQUIO DAL SINDACO DI GENOVA, MARCO DORIA PER DISCUTERE SU INTEGRAZIONE, COESIONE E SVILUPPO SOCIALE A GENOVA

E'  stato appena nominato Corrado Oppedisano alla massima responsabilità del partito nazionale per il terzo settore che già ha investito il sindaco Marco Doria  per una prima valutazione sulla città  di Genova su disagio sociale, coesione e   sviluppo." non basta dar voce alla povertà e al disagio sociale per risolvere il problema,  poichè  tra emarginazione e indifferenza  bisogno rimuovere le cause e progettare soluzioni attualibi in tempi brevi. Progetti che favoriscono inclusione, coesione sociale e  nuove opportunità di vita e sviluppo grazie alle risorse presenti in città. Se  guardiamo  alle risorse di bilancio disponibili, ci deprimiamo,quelle non ci sono dice Oppedisano al sindaco Doria, quindi per iniziare sono utili  condizioni favorevoli ed esempi positivi come il terzo settore è capace di generare in un vasto partenariato sociale.Appurato che i soldi per finanziare i progetti si devono cercare dove ci sono, va coinvolto anche il privato abbiente  e le divisioni della CEE che li metteno a disposizione proprio su queste programmi.Per iniziare a combattere l'emarginazione e le nuove povertà tra giovani e vecchie generazioni  bisogna mettere a disposizione della grande organizzazione umanitaria,  siti  del patrimonio comunale in disarmo da anni, improduttivi e   costosi 8per manutenzioni.  Conseguentemente le soluzioni economiche si troveranno e con velocitàIl soggetto pubblico deve occuparsi del disagio sociale di chi da un giorno all'altro si ritrova in mezzo ad una srtada, solo ed emarginato. Magari 7anche con un lavoro che non basta per vivere. Basta demendare ad altri anche se autorevoli questa piaga che comunque si abbatte sempre sul governo della città.  Sono decine e decine le competenze e le capacità di elevata esperienza che vivono attorno al terzo settore, uomini e donne che hanno conosciuto mezzo mondo, oggi  disponibili per risolvere anche in Italia, nelle nostre città,  aspetti delicati delle nuove povertà. Che aspettare quindi si inizi dal primo disagio quello che attanaglia la nostra città di chi è solo o  separato  da coloro i quali non basta ciò che ha per vivere di chi disoccupato di lungo corso non sa più che fare avendo passato già i 40 anni. Con l altro occhio si guardi al meridione d'Italia dove  ogni giorno sbarcano migliaia di esseri umani che chiedono pace e una città dove vivere.Far finta di niente renderà tragica una Situazione a dir poco allarmante. Partiamo da Genova a riflettere su questa seconda " onda umana che chiede giustizia"Abbiamo fllussi migratori  in forte impennata che impongono una programmazione di prevenzione , prima che  il fenomeno si  trasformi in un vero disastro sociale, visto che  l’ondata di sbarchi verso le coste italiane  sono il risultato di guerre e persecuzioni.Barconi fatiscenti in partenza dalla Libia - carichi di uomini, donne e bambin in queste ore  sono segnalati dai radar siciliani.  Sono oltre 2000  i migranti soccorsi dalla Marina Militare in questi giorni  dopo i tremila già arrivati, altri 845 sono attesi nel porto di Catania.  Dall’inizio dell’anno supera così quota 50 mila persone,   un numero  impressionante per l’operazione Mare Nostrum con strutture di accoglienza al collasso.  Siamo fuori controllo in un dramma umanitario che ci casca addosso ogni giorno.I primi profughi  - 400 -sono eritrei ed etiopi  (tra cui 57 donne e 16 minori)  sbarcati a porto empedocle  ma molti di loro qualche ora dopo  erano già nella  stazione di Agrigento poichè la loro meta finale non è infatti l’Italia ma gli altri paesi europei dove sitentano i ricongiungimenti familiari.Altri 600 tra cui 49 donne in stato di gravidanza e 21 minori  sono giunti da diversi paesi dell’Africa subsahariana, del Maghreb e del Medio Oriente Scene analoghe si sono ripetute anche a Palermo, con 400 migranti  tra cui 52 donne e 45 minori e a Catania  con  300  profughi di cui 30  minori e 19 le donne  soccorsi dalla Guardia Costiera e  Trapani 190  immigrati tra cui 11 donne e quattro bambini, raccolti al largo di Lampedusa.Genova non  può  eludere il fenomeno immigrazione  ne diretto che indiretto poiche Genova  è mondializzata da molti anni,   di conseguenza  è urgente approntare un piano che ne prevenga il collasso sociale, umano e commerciale con una regia pubblica capace di far emergere le opportunità, umanamente nessuno escluso. 

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