venerdì 4 maggio 2012

A proposito della manifestazione di Palazzo Ducale

di Angela Francesca Burlando cons. comunale

 
Genova è una città in cui si parla sempre di diritti ma facilmente vi si creano situazioni che con il diritto non sempre hanno a che vedere. Preoccupa quanto accaduto ieri sera quando la ribellione organizzata e predeterminata di pochi ha impedito che si verificasse un avvenimento atteso da molti, anzi da tutta la città.

Una manifestazione “ da stadio” all' interno di un ambiente storico come quello di palazzo ducale fa davvero notizia ed evidenzia negativamente i comportamenti tenuti dai sostenitori di candidati a sindaco ritenuti “ minori” e quindi esclusi dal dibattito dagli organizzatori. Condurre e rendere interessante un dibattito a 13 sarebbe stato sicuramente difficile ma forse si potevano sentire preventivamente i candidati ed accordarsi con gli stessi sulle modalità da seguire in modo da evitare situazioni conflittuali sgradevoli.

Evidentemente non si è ritenuto di farlo. E' tuttavia inevitabile chiedersi quali siano stati criteri che hanno indotto gli organizzatori a considerare “non minori” appartenenti a partiti che nella nostra città sono davvero poco presenti e per nulla rappresentati. Avrebbe dovuto sicuramente dettare legge la prevista situazione di par condicio che chiaramente non è stata adottata pur essendo prevista. Fa tuttavia riflettere il fatto che i criteri di scelta siano gli stessi adottati nel corso delle primarie del centro sinistra, per le quali la par condicio prevista non era. Anche in quella circostanza i candidati considerati “minori” sono stati penalizzati dalla locale informazione fin dalla raccolta delle previste 1500 firme.

Uno degli organizzatori del dibattito di ieri ha affermato che è eccessivo parlare di vulnus alla democrazia per l' esclusione di alcuni candidati. Certo in Italia ed anche a Genova ci sono fatti più gravi ma questo non giustifica l' esclusione immotivata di candidati. La reazione degli esclusi denota un senso civico carente non certo da sindaco ma anche chi ha organizzato il dibattito deve riflettere sul proprio modo di operare in una città come la nostra in cui di diritto si parla e nel diritto si crede.

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